La Critica
Mario Borella pittore dalla tavolozza smagliante ha il gusto della materia impressionistica, che può dirsi una facoltà d’ istinto. La luce è l’ elemento che caratterizza il suo stile; il colore avviato ad una ebbrezza di timbro si scompone in iridescenze d’ una luminosità particolare. Sapiente nell’ uso della sostanza pittorica, la piega a suo piacere giungendo a sorprendenti risultati espressivi. Borella è maestro di opere emozionanti, vibranti; instancabile, con il suo fervore, il suo entusiasmo, la sua personalità eccezionale.
(D.ssa Giorgia Cassini)
L’ attenzione critica verso Mario Borella, affermato pittore ligure d’ esperienza trentennale, nel suo studio di bussana Nuova a Sanremo, è spesso al lavoro, infaticabile, motivato da un inesauribile senso della ricerca, del perfezionismo artistico. Mario Borella, esprime la sua pittura interpretata con dinamismo moderno attuale e personalissimo, accentuato da uno spiccato senso del colore e della luce, che illumina tutte le sue opere; scorci cittadini, persone in attività marine, vele, il fascino di atmosfere evocative.
Mario Borella non adotta mai la violenza del colore e del segno, ma inonda la tela di luce avvolgente, di chiarore, che trasmette all’ animo, suscitando intense emozioni. Mario Borella, pittore di carattere è poeta della luce, vivace e ritmico, armonioso e cromatico. Artista d’ opere di rara intensità emotiva, di vena inesauribile, d’ originalità propria dei capolavori autentici.
(Ermanno Segliani)
Da alcuni anni seguo con piacevole interesse l’ attività artistica di Mario Borella, e conoscendo un po’ la sua intense e appassionata storia con il mondo della pittura, credo di poter affermare con sincerità, lontano da qualsiasi retorica di turno, che il pittore oggi stia attraversando la stagione più vivace, alta, felice ed espressiva del suo dipingere. Lo si legge nella sua decisa competenza tecnica, come pure nella raffinata scioltezza gestuale e nei corposi tagli coloristici, che lasciano il segno di grande maturità e di ricchezza interiore.
Le sue risorse creative non lasciano dubbi, anzi, sono al centro dell’ attenzione nello slancio vigoroso dell’ artista; un fertile sviluppo accompagna momenti di intima esplosione figurale; cadenze armoniose si alternano ad accenti di vibratile contrasto, lasciando sulla campitura virtuosi segni di opere feconde di profondi valori pittorici. I lavori promettono e fanno trasparire orizzonti di radiose primavere, di sogni che sfrecciano in affascinanti albe poetiche e svelano tutto il sapore dell’animo dedito alla ricerca delle emozioni e della purezza delle immagini. Come accade ad ogni pittore pienamente impegnato, anche Borella vive il fenomeno del puro entusiasmo e l’ alea di spingersi verso gli alti traguardi, l’ occhio punta alla chora più sublime, ove ubertose fantasie si frangono in meriggi da esplorare. Gli splendidi giochi della sua pittura sfilano sul magico palcoscenico liturgico delle aristocratiche pennellate, che sfumano gli splendori cromatici del suggestivo linguaggio con accentazioni molto personali, fra sensibili accorgimenti e preziose eleganze compositiva. Quelle di Borella sono percezioni che navigano fra colori scoppiettanti, in sovrabbondanti luminosità, calate dentro maestose scenografie, ricche di encomiabili qualità linguistiche, articolate per sensazioni di limpide stesure, che integrano la trama ,aterica con movimenti interpretativi e semantiche allusioni di flussi affettivi, fra mestiche evocazioni, velate nelle danze gratificanti della policromia. L’ intera gamma della materia cromatica, che compone i dipinti, lascia trasparire il respiro interiore dell’artista ; da esso provengono i leggeri e teneri fiocchi di poesia, che plasmano i dinamici processi delle opere, e fotografano il tenero sgorgare autentico delle emozioni. Oblativi pensieri s’ inchinano all’ intero tessuto linguistico, che sparge illuminazioni mentali sulle assai generose impaginazioni, vivide di murmure eros visivo, ove qualche frammento di desiderio personale. Con il suo genuino gesto pittorico, Mario Borella irrora di luce ogni cosa intorno, dolce di tepore i petti adoratori del suo stile, sensibilmente tattile al patos iconografico; e mentre conati di storia umana scorrono tra sensoriali grappoli di fiammeggianti lirismi lessicali.
(Basilio Cardaci)
Conoscere Mario Borella è un’esperienza umana coinvolgente perché il suo entusiasmo è contagioso.
Possiede un attaccamento sincero, sorgivo alla sua passione vitale, pittura dove il fare tradizionale, empirico, si traduce in un caleidoscopio di soluzioni e di suggestioni. L’eredità complessa della realtà in cui opera Borella si traduce nelle sue dominanti. Ci sono dei filoni chiari e specifici, progressivi ed esplorati. Il gesto si materializza nell’impiego della spatola, nella costruzione materica, per sovrapposizioni. Il colore è puro, si integra nella realtà squillante, iniziata ed immediatamente comprensibile, capaci di dialogare con altri materiali. E qui penso alle sperimentazioni dei collage ed alla polistrutturale. Il tutto si traduce in un entusiasmo dinamico che viene esaltato in alcune sequenze di motivi. Soggetti cari all’autore per intrinseco significato: le regate o le processioni, per esempio. Con quelle barche così mediterranee che sfrecciano fuori dai limiti del quadro. Oppure con quelle sontuose piacevolezze cromatiche composte da chierici e baldacchini. L’evoluzione della stessa stesura del colore è intrigante, di volta in volta aggressivo, forte tanto quanto liquido. E le figure diventano caleidoscopiche nel contesto dei concerti. Questo perché il fare di Mario Borella è anche scultoreo, è memoria di facilità nell’invenzione e di fatica nel dipingere. Tanto, magari, ma per continuità convinta e penetrante nella dimensione del lavoro. Sempre in costruzione. Un ponte, un altro ponte, lanciato verso il futuro.
Attesa. E sorpresa.
(Alessandro Giacobbe)